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Critics

Testo critico di Fredi Perucci

L’arte ha sempre avuto una ossessione culturale per la comunicazione del proprio tempo. Di questa ossessione espressiva si è fatto interprete Luca Zampetti, pittore e poeta, che ha perseguito, nelle sue libere traiettorie creative, una strategia della sorpresa, per fondare la realtà immediata della forma.....

La forma della realtà ci viene proposta narrata, supportata da un basso continuo cromatico, una superficie accesa metafisica, che sospende il racconto, confondendoci; uno spazio geometrico determinato, un impulso fluorescente, una scarica elettrica avvolgente.
L’azione, l’action, il fatto filmico, il fotogramma tra i fotogrammi, immaginato, dipinto, proposto, evidenzia, singolarmente, la figura umana; uomini e donne che, perplessi e curiosi del proprio destino, sembrano proporci la domanda enfatica sul problema dell’essere e del senso delle cose, sulla fiducia del singolo nella propria competenza decisionale.
Già: abbiamo dimenticato che cosa sia l’essere e abbiamo dimenticato la dimenticanza. E l’opera di Luca Zampetti, come si addice ad un prologo teatrale, ci presenta, fin da principio, l’interpretazione del tempo come orizzonte possibile di ogni comprensione dell’essere in generale: il senso dell’essere è il tempo.
Qual è la forma dell’oscurità profonda e misteriosa dell’attimo vissuto Luca Zampetti la rappresenta dipingendo su tela, con atteggiamento teoretico, intuizione, talento espressivo, sceneggiature segniche, valori e visioni del mondo.
L’individualità irripetibile dell’attimo è di fronte a noi, immediata, bloccata sulla tela: l’opera aperta racconta di un atteggiamento originario del vissuto, di un prima, di un qui ora e di un successivo dopo dominante, centripeto. Il cammino della vita è sempre un venir meno della vita.
La critica ha scelto di inserire Luca Zampetti tra gli esponenti della Nuova Figurazione Italiana. Se figurazione significa indagare la vita fattuale; se figurazione assume il senso ontologico di applicare all’indagine dell’esistenza umana il principio della possibilità di mostrarsi, ebbene si, la Nuova Figurazione Italiana può annoverare tra i suoi esponenti il pittore e poeta Luca Zampetti. Diversamente, diversamente.
L’artista Luca Zampetti privilegia il piano dell’esistente e del vissuto quotidiano metropolitano, inserito nello spazio aggrovigliato della realtà reale regolando lo spazio pittorico in un regime tridimensionale di segni architettonici inquadrati come in un action filmica che lascia al fruitore il piacere possibile di allargare e stringere il diaframma di luce.
Un procedimento analitico e sintetico che sorprende ed incanta, consentendoci, nuovamente, di definire opera aperta l’arte pittorica dell’artista Luca Zampetti, autodidatta, nato a Camerino, nella marca maceratese, nel 1966, pittore e poeta del nostro mondeggiare quotidiano, quel prestare l’attenzione sull’attenzione tanto caro al filosofo tedesco Martin Heidegger.
Se l’arte è costretta ad affermare continuamente la propria autonomia, a segnare il confine tra arte e vita, essere ed apparire, Luca Zampetti alza la linea fattuale dell’orizzonte visivo, optando per una funzione interiore della realtà reale della forma.

 

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